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FOTO – I 10 momenti chiave della stagione 2012/13

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Matri e squadra_GN

Per molti sarà anche stato uno scudetto scontato e senza avversari, ma il popolo bianconero, quello che è retrocesso in B per uno scandalo fasullo e ha visto i fautori del suo declino spartirsi scudetti e Coppe dei Campioni, festeggerà senza dubbio questo scudetto come e più degli altri. Andiamo quindi a vedere insieme quali sono state le tappe salienti che hanno portato al 31esimo tricolore della storia della Juventus, rigorosamente in ordine cronologico.

1) Juventus – Roma 4-1, 29/09/2012, giornata 6

 

Una delle partite più attese dell’intera stagione, perchè sulla panchina dei giallorossi è tornato il nemico storico della Juventus, quel Zdenek Zeman che non ha mai smesso di sputare sentenze sulla Signora nonostante sia il campo che i tribunali gli abbiano sempre dato clamorosamente torto. La tracotanza del 4-3-3 iperoffensivo del boemo si schianta contro la compagine di Carrera che impartisce l’ennesima lezione di calcio al “maestro”, o sedicente tale. A scardinare la porta dei giallorossi ci pensa Andrea Pirlo dopo 13′; la nuova arma di Mozart, la Beffarda, scivola insidiosa sotto la barriera e beffa Stekelenburg per l’1-0. Nemmeno il tempo di esultare che prima Vidal su rigore e poi Matri sottomisura portano i bianconeri sul 3-0, con lo Juventus Stadium che diventa un inferno. La rete di Osvaldo su rigore serve solo agli almanacchi, visto che poi Giovinco chiude la pratica infilando il 4-1 su assist di un debordante Barzagli. Una scenografia perfetta per la battaglia finale contro il cattivo di turno.

2) Juventus – Napoli 2-0, 20/10/2012, giornata 8

La squadra di Conte (con Alessio tornato in panchina dopo la squalifica) e quella di Mazzarri sono appaiate in vetta a quota 19 punti, imbattute: per questi e mille altri motivi, dalla rivalità storica alla ferita mai chiusasi della Supercoppa di Pechino, Juventus – Napoli è LA partita, quella che andrà a decretare il padrone della Serie A. Il match è di quelli tesi, che non si sblocca; Cavani centra l’incrocio dei pali su punizione, mentre la Juventus domina in mezzo al campo senza tuttavia riuscire mai a rendersi pericolosa salvo un bel tiro di Marchisio poi deviato da uno strepitoso intervento di De Sanctis. La provvidenza arriva dalla panchina: al 78′ Caceres entra per Asamoah e appena 3 minuti dopo El Pelado svetta in area di rigore e gira in rete un preciso corner di Pirlo. Lo stadio esplode, l’esultanza sfernata dell’uruguagio esalta il popolo bianconero, che gioisce ancora quando l’altro subentrato Pogba (del quale ancora non si conoscevano tutte le strepitose doti) buca per la seconda volta la rete partenopea con uno splendido sinistro al volo dopo una respinta di Campagnaro. La Juventus torna solitaria al comando, posizione che non abbandonerà più.

3) Juventus – Inter 1-3, 03/11/2012, giornata 11

Paradossalmente, una sconfitta è stata la vera chiave di volta della stagione. La Juventus che ospita l’Inter di Stramaccioni allo Stadium è una squadra fin troppo consapevole della propria superiorità, che a volte fronteggia gli avversari quasi in modo superficiale, conscia che prima o poi le cose gireranno a suo favore. Così sembra anche la notte di Juve – Inter, quando dopo appena un minuto Vidal (servito da Asamoah in posizione di fuorigioco) sblocca dopo una strepitosa azione corale dei bianconeri. Pian piano la squadra di Alessio perde però in mordente, e nella ripresa si lascia riprendere da una doppietta di Milito e dal gol finale di Palacio. Il record d’imbattibilità, che stava iniziando a pesare come un macigno, cade contro i rivali di sempre; invece di rodersi il fegato, la Juve torna a lavorare e in breve tempo azzeccherà la ricetta-rilancio. Per assurdo, la Strama-Inter da rivale per lo Scudetto diventa pian piano un puntino sempre più lontano in classifica: il tempo ha fatto emergere i veri valori delle due squadre.

4) Juventus – Torino 3-0, 01/12/2012, giornata 15

Marchisio e Giovinco abbracciati_GN

Il tempo si ferma in quel di Torino: dopo 3 anni ritorna il Derby della Mole, per la prima volta nella splendida cornice dello Juventus Stadium, vanto della Vecchia Signora e fonte d’invidia e di scherno per i tifosi granata. I derby fanno storia a sè, è cosa nota, ma la Juventus non può permettersi di sbagliare per tenere il Napoli a debita distanza; per contro il Toro, invischiato nella lotta salvezza, vuol tornare a vincere contro i bianconeri dopo ere geologiche senza successi. L’avvio sembra dar ragione alla squadra di Ventura, che con Meggiorini manca di pochissimo il gol del vantaggio, poi un episodio lancia la Juve: galeotta l’entrata assassina di Glik su Giaccherini, che costringerà il Torino a giocarsi un’ora di gara in 10 uomini. Pochi minuti dopo Pirlo manda alle stelle il rigore del possibile vantaggio, ma la festa bianconera è solo rimandata alla ripresa, e toccherà a chi è juventino nel sangue lanciarla. Prima Marchisio in tuffo su assist di Giovinco, poi Seba con un bel destro a incrociare e infine ancora il Principino da fuori sancisce il 3-0 che chiude la gara. La Juve agli juventini: questo è il Derby della Mole.

5) Juventus – Fiorentina 2-0, 09/02/2013, giornata 24

Tra le squadre che giocano meglio nel nostro campionato, un posto d’onore spetta di diritto alla Fiorentina di Montella: i viola sin dalla prima giornata hanno mostrato un calcio propositivo e veloce, mettendo in difficoltà persino la Juve nella partita d’andata (salvata dal palo e dall’imprecisione degli avanti fiorentini). Ecco perchè la sfida con la Fiore rappresenta motivo di speranza per le inseguitrici della Signora, la quale però non intende fare altri sconti agli odiati rivali viola che ancora una volta si rendono protagonisti di gesti deprecabili come i cori sull’Heysel o la maglia di Pirlo gettata per terra da un Viviano in versione rosicone. Già, perchè Juventus – Fiorentina è una partita senza storia: una bomba da fuori di Vucinic sblocca l’incontro al 20′, la rete del ritrovato Matri dopo lo slalom speciale di Vidal sulla fascia chiude virtualmente i conti, rendendo il resto della gara uno stucchevole esercizio stilistico dei bianconeri. Le distanze sono state ristabilite.

6) Napoli – Juventus 1-1, 01/03/2013, giornata 27

Sembra passata un’eternità dalla partita d’andata, invece in mezzo c’è “soltanto” un girone. La Juventus arriva a Napoli forte dei sei punti di vantaggio e dello scontro diretto a favore, i partenopei al contrario si sentono all’ultima spiaggia e sono costretti a vincere per non lasciarsi sfuggire l’ultimo treno scudetto. Nonostante ciò, la differenza dei valori in campo è evidente: il rientrante King Kong Chiellini, che non giocava da tre mesi per infortunio, sblocca subito la gara di testa e la Juve crea velocemente altre 2-3 chiare occasioni da gol che però purtroppo non concretizza. A fine primo tempo la beffa: un tiraccio di Inler si insacca alle spalle di Buffon, dopo una deviazione involontaria della difesa. I padroni di casa prendono coraggio e nella ripresa cercano in tutti i modi i tre punti, ma la Juve rischia grosso solo su una conclusione da dentro l’area di Dzemaili dopo una deviazione di Buffon. Il pareggio sà tanto di vittoria per gli uomini di Conte, al Napoli l’onore delle armi di aver provato a tener vivo il campionato.

7) Juventus – Catania 1-0, 10/03/2013, giornata 28

Per molti, la vera partita-scudetto della stagione 2012/13: il giorno prima Verona si era rivelata ancora fatale per il Napoli, crollato per 2-0 sotto i colpi del Chievo dello juventino Corini, per gli uomini di Conte si palesa quindi la possibilità di portarsi a +9 e chiudere quasi definitivamente il discorso Scudetto. Il leit-motiv della gara è lo stesso di tutto il campionato: la Juve tiene quasi sempre in mano il pallino del gioco, ma l’imprecisione degli attaccanti e la sfortuna (palo di Vucinic a metà primo tempo) tengono a galla il Catania, mai pericoloso e spesso ridicolizzato da un Pogba in grande spolvero. I 90 minuti scivolano via così, la partita sarebbe avviata verso il pareggio a reti bianche se il Polpo Paul non si inventasse un aggancio fantascientifico nell’area degli etnei e non servisse un pallone d’oro a un metro dalla porta al subentrato Giaccherini; il Giak insacca, il popolo bianconero impazzisce e tutti i compagni sommergono il piccolo centrocampista in un abbraccio collettivo che ha il sapore del tricolore. Se fosse brasiliano si chiamerebbe Giaccherinho (Conte dixit), ma viene da Talla e si accontenta di  vincere scudetti e segnare gol decisivi con la maglia della squadra più bella d’Italia.

8) Inter – Juventus 1-2, 30/03/2013, giornata 30

Più che una partita di calcio, una vera e propria vendetta sportiva: nei cuori dei tifosi juventini, così come dei calciatori, la ferita dell’1-3 dell’andata non si è mai rimarginata completamente. L’Inter, l’odiata rivale del periodo post-farsopoli, ha violato lo Juventus Stadium per prima e la Signora non può permettersi di vincere il campionato senza aver prima raccolto il suo scalpo. A rompere gli equilibri, in avvio come all’andata, ci pensa Eta Beta Quagliarella: scambio ai 25 metri con Matri e parabola perfetta che disegna un arcobaleno che va a morire nel sette alle spalle di un impietrito Handanovic. Esplode l’urlo del Quaglia, l’uomo dei gol impossibili ha colpito ancora. I nerazzurri reagiscono, molto di grinta e poco di mestiere, e una disattenzione della retroguardia bianconera porta i padroni di casa sull’1-1 con Palacio all’inizio della ripresa. Ma il pari è illusorio: ancora uno scatenato Quagliarella scappa via sulla destra e centra per Matri, che come un falco si avventa sul pallone e lo scaraventa dentro da due passi. L’Inter prova a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ma i nerazzurri non ci provano che con lanci lunghi e iniziative personali, e a fine partita il risultato dà ragione all’unica squadra che in quella serata di marzo ha giocato veramente al Calcio.

9) Lazio – Juventus 0-2, 15/04/2013, giornata 32

Tra le vittime eccellenti mietute dalla Juventus nel campionato che si avvia alla conclusione, fino a poco tempo fa mancava la Lazio, la quale all’andata era stata tenuta a galla da un Marchetti stratosferico e aveva buttato fuori i bianconeri nella doppia sfida in semifinale di Coppa Italia (non senza una buona dose di fortuna). All’Olimpico però l’unica aquila a volare è stata Olimpia, la mascotte dei biancocelesti: basta infatti una Juve ordinata e al piccolo trotto per aver la meglio di una Lazio incerottata e con una difesa improvvisata vista l’assenza di pressochè tutti i titolari. A fare la parte del leone ci ha pensato Arturo Vidal, mattatore della serata con una rete su rigore e una dopo un bell’inserimento in area, lui che non segnava da diversi mesi. Il campionato sembra ormai ipotecato, e il popolo bianconero inizia a fare la conta per i festeggiamenti dello Scudetto.

10) Juventus-Palermo 1-0,  05/05/2013, giornata 35

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il 5 maggio si rivela ancora una volta giorno di giubilo per i colori bianconeri. Gli uomini di Conte affrontano il Palermo in uno Juventus Stadium vestito a festa, il primo tempo si conclude a reti bianche nonostante il forcing iniziale di Vidal e compagni. La ripresa si apre subito con un brivido per i supporter bianconeri: il grande ex Miccoli entra in area, si sposta il pallone sul destro e calcia in diagonale andando a colpire il palo; al quattordicesimo minuto arriva l’episodio che decide la partita: Donati abbatte Vucinic in area e l’arbitro decreta il rigore, Vidal, glaciale, non sbaglia neppure stavolta. Da quel momento in poi si aspetta solo la fine della partita per celebrare il secondo titolo consecutivo, il trentunesimo della storia bianconera. Esplode la gramde festa dello Juventus Stadium, i calciatori escono tra la folla con gli occhiali da sole e la scritta “Beyond Victory” sulle maglie; ciliegina sulla torta, il lancio del condottiero Conte nella piscina gelida degli spogliatoi. L’Italia si colora ancora una volta di bianconero.


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